Tuesday 13 March 2012

La liberta' delle donne

Stavo cercando di capire se il libro di Valeria Ottonelli vale la pena di essere letto ma qualunque recensione leggo mi lascia perplessa perche' l'unico punto che viene messo in evidenza e' l'antagonismo con il cosidetto movimento femminista moralista che attaccherebbe una specie protetta: le belle donne. Sopratutto le belle donne che vanno in televisione a mostrare i propri corpi discinti o che si prostituiscono - un segno d'emancipazione epocale.  Questo articolo apparso su Gli Altri che mi e' capitato di leggere mentre cercavo recensioni su google ne e' un esempio.

Queste donne, per quello che ne so io, non hanno bisogno di essere difese, non sono una specie protetta e sanno benissimo come farsi strada nel mondo. Quindi rimango un po' perplessa da questa improvvisa difesa. Il femminismo moralista ha vinto, non perche' le altre, che fra l'altro sono molte di piu', si sentono tutte sante ma perche' non sono mai rappresentate. Infatti le uniche rappresentate dai mezzi di comunicazione sono quelle come la Belen. Personalmente io sono stufa di vedere donne che ridono ad essere marchiate come prosciutti, essere messe sotto i tavoli, essere smanacciate e avere come fuoco fisso della telecamera le tette.

Voglio vedere donne che fanno qualcosa d’altro, che esibiscono delle qualita’ che non siano quelle di madre o puttana od ultimamente schiava silenziosa e pezzo di carne da marchiare. Questa non e’ liberta’ se poi quando entro in una riunione tutto il lavoro che faccio io viene automaticamente ignorato in confronto a quello che fa il mio collega nonostante  lui sia meno produttivo.

Le femministe moraliste alle quali io mi associo sono contro questo modello unico che e’ stato ribattezzato MUT (Modello Unico Televisivo) anche se il televisivo dovrebbe essere esteso anche ad altri mezzi di informazione. Quando La Stampa mette la foto di una donna sdraiata sul tavolo di una cucina in posa sbarazzina ed equivoca con un laptop davanti ad illustrare una conferenza di business women alla quale hanno partcipato la CEO della pepsi ed altre donne di simile calibro fa disinformazione e un disservizio a tutte le donne, per esempio, perche’ la percezione della donna in business o accademia diventa quella di una donna poco credibile. Immaginate un’articolo su una qualche importante conferenza illustrata da un uomo sdraiato su un tavolo in cucina mentre fa lo spiritoso. Perche’ questo deve essere accettabile per una donna ma non per un uomo?

Vorrei concludere con un altra farfallina cosi’ siamo tutti piu’ contenti che la Belen non e’ l’unica